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Dio - fare di tutto il nostro essere il tempio della Divinità
Non è sufficiente pensare che Dio è nostro padre e che noi siamo suoi figli, poiché così ammettiamo una separazione, un taglio: se Egli è esterno a noi e noi siamo esterni a Lui, siamo obbligati a subire tutto ciò che è compreso in quello spazio intermedio, poiché siamo al di fuori della sua luce, della sua pace e del suo amore. Quanti mistici si sono lamentati di essere stati abbandonati da Dio! No, Dio non li aveva abbandonati, erano loro che non avevano saputo mantenere la consapevolezza della sua presenza in loro. Dio non ci abbandona mai, è nella nostra coscienza che avvengono dei cambiamenti. Certo, è difficile mantenere in permanenza uno stato di coscienza in cui ci sentiamo abitati dalla presenza divina, ma è in questo senso che dobbiamo lavorare, facendo di tutto il nostro essere il tempio della Divinità. Sì, non solo un palazzo, ma un tempio. Ovviamente, è già un bene se si riesce a farne un palazzo, ma nel palazzo manca quell'elemento di santificazione che troviamo invece nel tempio. Dio entrerà in chi riesce a fare di se stesso un tempio, e non lo abbandonerà più: la Divinità non abbandona il santuario che le è stato consacrato e in cui si continua a renderle culto nella purezza e nella luce.*
Omraam Mikhaël Aïvanhov