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Un colpevole che voglia mettere in pace la propria …
Un colpevole che voglia mettere in pace la propria coscienza, non ci riesce, perché ciò non dipende dalla coscienza – essa non fa che riflettere la realtà del suo comportamento – ma dal sentimento interiore del male che egli ha commesso e che è là, dentro di lui, come un debito che rimane registrato. Finché quell’uomo non avrà riparato i suoi errori, la sua coscienza non troverà la pace. È normale infliggere una punizione a chi ha agito male, ma è insufficiente. Non bisogna accontentarsi di punire i malfattori; bisogna anche dare loro i mezzi per porre riparo alle colpe, altrimenti serberanno un rancore crescente per chi ha preso provvedimenti contro di loro, in quanto vivranno continuamente con l’ossessione del male che hanno compiuto. Per rimetterli sulla retta via, bisogna aiutarli a liberare la coscienza fornendo loro le condizioni per pagare il loro debito.
Omraam Mikhaël Aïvanhov