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Sorte (La nostra) - accettarla, ma non accontentarsene
Gli animali sono contenti della loro sorte: anche se alcuni sono più abili o più ingegnosi di altri, essi non vedono i propri limiti e dunque non cercano di superarli per progredire. Ma questo modo di essere, che è normale per gli animali, non è l'ideale per gli esseri umani… sebbene alcuni siano contenti così! Direte: «Ma allora, dobbiamo ribellarci alla nostra sorte?» No, cercate di comprendermi bene: una cosa è accettare la propria sorte, altra cosa è accontentarsene. Ciascuno di noi è obbligato ad accettare la propria sorte come conseguenza delle scelte che ha fatto in passato. Se ora deve attraversare delle prove, non deve ribellarsi, poiché sta pagando per gli errori commessi in questa esistenza o in esistenze precedenti. Egli fa dunque degli sforzi per riparare, e allo stesso tempo comprende di dover progredire e migliorarsi. Così, accetta il destino che la Giustizia divina ha decretato per lui; egli però non si accontenta del suo attuale livello di evoluzione, ma si sforza incessantemente di superare i propri limiti.
Omraam Mikhaël Aïvanhov