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Tolstoj - storia del Re e del seme grande come una nocciola
Conoscete questo racconto scritto da Tolstoj? Un giorno, un Re raccolse un seme grosso quanto una nocciola. Fece appello alla scienza di tutti i saggi della sua corte, ma nessuno seppe dirgli quale ne fosse la provenienza. Egli venne comunque a sapere che, nel suo regno, viveva un uomo molto anziano che forse avrebbe potuto informarlo. Il Re mandò a cercare l'uomo, e questi arrivò sorreggendosi su due stampelle e quasi cieco. Il vecchio osservò a lungo il seme e alla fine disse: «Maestà, io ignoro cosa sia questo seme gigante, ma se permettete andrò a chiamare mio padre, il quale forse si ricorderà di averne visti di simili». Il padre arrivò, appoggiandosi a una sola stampella. Neppure lui poté identificare il seme, ma propose a sua volta di far venire il proprio padre. Costui arrivò di lì a poco; aveva l'aria di un giovane uomo robusto e allegro. Prese il seme ed esclamò: «Ma questo è un chicco di quel grano che cresceva nella mia infanzia! A quell'epoca il grano aveva dei chicchi molto grossi, ma da quando gli uomini hanno cominciato a farsi del male a vicenda, a derubarsi e a massacrarsi, i chicchi di grano sono diventati sempre più piccoli. E se voi mi vedete così robusto e tanto più giovane rispetto a mio figlio e a mio nipote, è perché io continuo a vivere secondo le regole dell'onestà e della bontà che regnavano nella mia infanzia».*
Omraam Mikhaël Aïvanhov