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In un passaggio dell'Apocalisse, san Giovanni menziona …
In un passaggio dell'Apocalisse, san Giovanni menziona quattro esseri viventi che stanno attorno al trono di Dio. I quattro esseri viventi, che hanno sei ali ciascuno e sono pieni di occhi, vengono chiamati Serafini dalla tradizione cristiana. Giorno e notte ripetono incessantemente: ""Santo, santo, santo è il Signore Dio, l'Onnipotente, che era, che è, e che viene!"" Se i Serafini, che sono al vertice della gerarchia angelica, non smettono di proclamare la santità di Dio, è perché la parola ""santo"" è quella che meglio caratterizza l'essenza della Divinità. Essa, però, è stata così spesso impiegata per designare soltanto degli uomini o delle donne che manifestano alcune virtù di pazienza, di bontà e di misericordia, che il suo vero significato è andato perduto. Per meglio comprendere cosa sia la santità, ci si può rivolgere alle lingue slave. In bulgaro, per esempio, le parole svet (santo) e svetost (santità) hanno la stessa radice della parola luce: svetlina. La santità è dunque una qualità della luce. In questo senso, si può dire che solo Dio è veramente santo, perché è pura luce. È ciò che ripetono i Serafini, e per questo la santità è anche inscritta nel loro nome, che in ebraico è Hayoth ha Kodesch: Animali di Santità (dove il termine ""Animali"" va ovviamente inteso nel senso di ""Esseri viventi"").
Omraam Mikhaël Aïvanhov