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Volto originario (Il nostro) - che ritroveremo quando torneremo nella casa paterna
È detto nello Zohar che nel Paradiso il volto del primo uomo era simile a quello del Creatore. Più tardi, quando lo spirito di ribellione si è svegliato in lui (e questo processo è simbolizzato dal serpente attorcigliato intorno all’Albero della Conoscenza del Bene e del Male), l'uomo ha lasciato il Paradiso dove viveva nella luce, ed è sceso nelle regioni più dense della materia; là, ha conosciuto il freddo, l’oscurità, la malattia e la morte, e il suo volto si è alterato. Ora che non è più l’immagine fedele di Dio, l’essere umano ha perduto la sua potenza: gli spiriti della natura non gli obbediscono più e si divertono a tormentarlo. Ma se egli si sforza di ritrovare il suo volto originario, tutti gli spiriti dell’universo si sottometteranno a lui nuovamente. Fino ad allora, egli continua ad assomigliare al figliol prodigo della parabola evangelica il quale, avendo lasciato la casa paterna per girare nel mondo, dovette condurre una misera esistenza come guardiano di porci. Se non altro, però, quel figliol prodigo finì per capire che doveva ritornare alla casa paterna. E gli esseri umani, allora, quando finiranno per capire che devono ritornare alla Sorgente, nella luce, nell’amore e nella vita del Padre celeste, al fine di ritrovare il loro vero volto?
Omraam Mikhaël Aïvanhov